Recensione di Anna Maria Monteverdi per Digital Performance

Di globale c’è solo una pandemia che ha colpito duramente tutti e che il teatro ha vissuto come una ferita mortale. Gli Instabili hanno fatto tesoro di queste preziose collaborazioni e pur vedendosi cancellate tutte le tournée, hanno instancabilmente continuato a immaginare workshop a distanza, su piattaforme on line: ancora incombe l’Occhio del Grande Fratello via web, specie quando lavorano con artisti iraniani. Al Festival Perform’Azioni 2020 raccontano le difficoltà ma anche la bellezza di ritrovarsi lontani ma vicini, a capire da un estremo all’altro del mondo cosa è urgente dire adesso. E la restituzione in forma di performance a settembre all’Oratorio San Filippo Neri di Bologna, che apre per la prima volta dopo la pandemia le porte al pubblico, è genuina nel suo messaggio. Il gesto, il movimento, nel palco ritrovato assume un valore completamente diverso anche per noi, abituati per troppo tempo a sedute lunghissime via Zoom. Ci sono testimonianze in video e ci sono parole e coreografie: la paura di interrompere definitivamente un ciclo che non è solo artistico ma di vita è vinta grazie all’applauso caloroso del pubblico reale in un teatro vero, che corrisponde a un abbraccio globale e a un apprezzamento incondizionato.

Lo spettacolo finisce con il video dalla Cina, della ragazza sul terrazzo di un alto edificio che dopo una danza ripresa col cellulare, affida al cielo un palloncino rosso. Immagine che va dritta al cuore: a me ha ricordato la famosa opera di Bansky e il suo evidente messaggio positivo: There is always hope.