Recensione di Stefania Iannella – Art’Empori

22 settembre 2012

L'Eremita contemporaneo allo STOFF di Stoccolma

[…] L’eremita contemporaneo rappresenta l’alienazione dell’operaio torturato e usurato senza pietà dal ritmo di produzione, ma ricorda anche gli operai morti sul lavoro. In quest’ultimo caso è l’Ilva di Taranto la principale assassina. La sceneggiatura si basa particolarmente su dei testi della moglie di un operaio morto all’Ilva e su quelli di altri operai, alcuni dei quali definiti dei veri e propri “poeti operai”, come Luigi di Ruscio (Fermo, 1930 – Oslo, 2011). La brutalizzazione è talmente totalizzante da rientrare perfino nell’unico momento di “pace” che dovrebbe essere assicurato ad ogni individuo: il sonno. “Ho sognato che eravamo vivi, resuscitati, non più contaminati dalla sporca morte”. Eppure anche momenti di temporaneo sollievo come questo vengono straziati da incubi invasi ed “esplosi” dall’assordante sirena della fabbrica. L’alienazione da lavoro è detta soprattutto quando l’individuo non si riconosce più ed esclama incredulo: “questa qui non è la mia faccia!”. Tuttavia il ritmo di produzione, dato dai movimenti meccanici delle stesse braccia e gambe dell’operaio, continua a scandire il tempo della rievocazione […]