Recensione di Marica Magnano San Lio per La Sicilia

13 marzo 2013

La tragedia dell’ILVA metafora della vita

Un successo travolgente quello della compagnia teatrale Instabili Vaganti che, con il suo ultimo spettacolo “L’Eremita Contemporaneo- MADE IN ILVA” è andato in scena al Teatro Coppola. Una proposta originale, forte, brutale: un genere di teatro che, pur ispirandosi a esperienze realmente vissute, non si limita all’autobiografia e alla narrazione, ma diventa metafora di vita. Lo spettacolo, diretto dalla regista tarantina Anna Dora Dorno e interpretato da Nicola Pianzola, si ispira alla vicenda dell’Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d’Europa, e mette in scena l’operaio, prigioniero dei suoi gesti meccanici, di un lavoro che affidato alla catena di montaggio, non lascia spazio alla creatività ma si sviluppa in quella ripetitività che aliena e lentamente uccide. Una rappresentazione incisiva, affidata al linguaggio del corpo, più eloquente che mai: un corpo che, in un ambiente tetro, corre e si contorce, distrutto, umiliato, angosciato. Un corpo che combatte compiendo azioni acrobatiche all’interno di strutture metalliche che sembrano catturarlo, un corpo portato allo spasmo da movimenti ossessivi tanto quanto le voci e i suoni con cui interagisce. La voce femminile che lo perseguita ordinando con insistenza: “Lavora! Produci! Agisci! Crea!” è la personificazione della società che trasforma in macchine gli uomini, intrappolandoli in questa “gabbia metallica”da cui vorrebbero scappare, ma che poi devono necessariamente accettare per sopravvivere. E’un progetto che se parte dal diario di un operaio dell’Ilva, dalle testimonianze e dalle emozioni di altri operai dell’acciaieria, va oltre i casi specifici, erigendo l’operaio a “status symbol” dell’uomo contemporaneo, estraniato da sé da una società che, con il suo sistema di produzione alienante, lo relega alla condizione di “eremita”.