Recensione per 4live

28 Settembre 2021

Gli Instabili Vaganti con “Lockdown Memory” al festival Colpi di Scena

Lo spettacolo vuole indagare e approfondire il concetto di confine inteso non come limite ma come opportunità di incontro e di condivisione tra due parti, creando e mantenendo una collaborazione a distanza tra artisti da ogni parte del mondo. Tra i co protagonisti presenti in video vi sono infatti attori e danzatori stranieri: Sun Young Park (Corea del Sud), Juliana Spinola (Brasile), Anuradha Venkataraman (India), Cecilia Seaward (USA|Svezia), Jesus Quintero (USA|Colombia), Ana Gabriela Pulido (Messico), Maham Suahil (Pakistan), Jialan Cai e Yuwei Jiang (Cina) e Danial Kheirkhah (Iran).
Con le musiche originali di Riccardo Nanni – 7 Floor, “Lockdown Memory” rientra a pieno nella categoria del teatro della realtà, un’opera capace di far dialogare i nuovi linguaggi multimediali con quelli della scena, in grado di raccontare la complessità di un progetto innovativo come Beyond Borders, in cui teatro, video arte e film documentario si intrecciano attraverso un lavoro di ricerca e condivisione da remoto.

“Abbiamo lavorato a questo spettacolo seguendo una modalità di completa apertura, interagendo con tutti gli artisti che negli anni avevano collaborato con noi, cercando di costruire un luogo virtuale di condivisione artistica, senza confini, in cui poter continuare a creare, confrontandoci – affermano gli Instabili Vaganti – Il nostro lavoro è sempre stato caratterizzato dal confronto: interculturale, linguistico, disciplinare e non volevamo rinunciare a questo aspetto a causa della pandemia. Ci siamo quindi inventati un progetto in grado di tutelare questo tipo di creazione, supportandoci a vicenda e gettando le basi per la nascita di una comunità artistica internazionale”.

Dalle proprie scrivanie gli attori in scena curano anche la regia video, rivivendo i diversi momenti e le situazioni createsi durante il lockdown, tra iper connessione e isolamento, speranze di cambiamento e disillusione di fronte alla realtà tragica creata dalla pandemia, dando così voce alla delicata situazione sociale dei paesi degli artisti coinvolti: dalle proteste del movimento Black lives matter negli Stati Uniti alla rivolta sociale in Cile, dall’esodo di massa dalle megalopoli indiane al ritorno alla normalità, dopo la tragedia, nella città di Wuhan. Appaiono così appunti testuali, note visive, partiture fisiche e musicali, conversazioni in zoom e scene di vita quotidiana, elementi che si svolgono dal vivo e in video, che costituiscono i frammenti drammaturgici di un’opera variegata, multiculturale e in più lingue. Frammenti che dal buio della scena si aprono al mondo, in cerca di un unico spiraglio, quella finestra virtuale che ha caratterizzato le relazioni personali di ognuno di noi durante il lockdown.